Il luogo comune non fa più provincia.
Cronache da un piccolo mondo che cambia senza saperlo.
L’Alto Adige/Südtirol è una provincia “speciale” non solo nel suo statuto istituzionale, ma perché abituata a raccontarsi attraverso miti identitari e i traumi di un passato più o meno recente. Ma questo schema interpretativo funziona ancora? O piuttosto ha finito per ridurre altoatesini e sudtirolesi a migranti nel tempo invece che nello spazio? I luoghi comuni hanno ancora un fondamento di verità? L’Alto Adige/Südtirol è realmente così efficiente e ricco, tradizionalista e conservatore? È davvero una terra delle opportunità?
Queste sono solo alcune delle domande che hanno spinto l’autore a salire su bus, treni e biciclette per osservare da vicino luoghi meno noti e raccontare quasi in presa diretta un’Alto Adige ormai fin troppo “visibile”, ma che molti si ostinano a non vedere, per privilegi acquisiti o per pigra abitudine.
Il viaggio diventa così un confronto serrato e pieno di sorprese con le nuove “tensioni” che attraversano questa terra, più legate alla gestione dei flussi turistici e migratori che alle questioni etniche o alla famosa “proporzionale”.
Dai paesi dormitorio sull’asse nord-sud (da Brennero a Salorno) alle selfies zones di un turismo sempre più di massa e votato all’assoluta comodità sull’asse est-ovest (dalla Pusteria alla Venosta), emerge un modello di sviluppo sociale ed economico incerto e non sempre governabile, di cui la pandemia di Covid-19 ha messo a nudo tutte le fragilità. Un paesaggio umano che fugge dalle cartoline e chiama in causa una certa idea di futuro.
Indice
Il disincanto di Re Mida Prefazione di Francesco Palermo
Prologo. Da nord a sud
Brennero/Brenner
La Vipiteno di Langer
Fortezza/Franzensfeste
Bolzano/Bozen
Salorno/Salurn
Da est a ovest
Una nuova industria
Lago di Braies
San Candido/Innichen
Val Pusteria a pedali
Villabassa/Niederdorf
Brunico/Bruneck
Merano/Meran
Ötzi Peak
Val Venosta/Vinschgau
Epilogo
La versione di Sofia
Post scriptum