Flora Tommaseo
Questa – almeno parziale – autobiografia costituisce un vero e proprio Bildungsroman, un romanzo di formazione; ma non un romanzo letterario, bensì un romanzo di vita vera. Talora troppo dolorosamente vera, ma neppure la sofferenza, l’errore, la colpa, le espressioni spesso stupidamente autopunitive - o punitive e involontariamente ma altrettanto stupidamente arroganti, come sono così spesso quasi tutte le trasgressioni - non riescono, come in troppi altri casi, a spegnere la luce della vita, a soffocare la levità, la leggerezza. È curioso, anzi straordinario che un libro che racconta vicende così dure, spiazzanti, spesso respingenti, conservi il senso della leggerezza.
Dall’introduzione di Claudio Magris