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Maria Annita Baffa

La sposa della neve


esaurito

Il viaggio in treno che Sofia compie da Trento verso il suo paese natale in Calabria per partecipare al funerale dell’amata sorella è anche e soprattutto un viaggio interiore tra emozioni, memorie e riflessioni.
I ricordi della protagonista, nei quali si avvicendano efficacemente personaggi e scorci del suo passato, sono lo sfondo ideale per raccontare l’affascinante cultura arbëreshë di cui fa parte.
Le comunità arbëreshë sono minoranze etno-linguistichealbanesi storicamente insediate nell’Italia meridionale, dall’Abruzzo alla Sicilia.
 



Un viaggio verso sud, dove la protagonista è nata. Un solo giorno per un evento triste. La protagonista,  rivede la sua vita, quella dei suoi familiari e di un intero paese. Abitudini e modi di vivere diversi dal luogo dove ora vive. Abitudini secolari che si tramandano come se il mondo non fosse cambiato. E forse non lo è visto che la protagonista si ritrova al punto di partenza dopo anni di emigrazione. Considerazioni che dal vissuto personale si estendono ai personaggi del romanzo. Soprattutto della donna di cui si svolge il funerale. Una mancanza di coraggio generalizzato e interiorizzato attraverso un’educazione antica basata sull’ubbidienza assoluta, e dove le donne pagano in prima persona. Ma anche una impossibilità ad operare per la fragilità che ci distingue come esseri umani e per la mancanza di mezzi che ci distingue come esseri umani di zone d’Italia volutamente lasciate analfabete e povere.

Tanti i personaggi, familiari e non, raccontati  e “cantati”(attraverso le poesie e brevi canti riportati nel romanzo) con passione.  Più lingue si mischiano ma a prevalere sono soprattutto l’italiano, lingua di cultura della protagonista, e l’arbëreshë, lingua materna.

  • Italiano
  • 2015
  • pp 134
  • EUR 12,00