esaurito
Brunamaria Dal Lago Veneri ci immerge in un mondo tra passato e presente, tra sacro, pagano e profano, tra vita e credenza; con un linguaggio leggero, narrativo e coinvolgente. Un saggio-racconto che spazia dall’antropologia all’etnografia, dalla scienza al mito, dal sapere alla credenza, dalle paure alle certezze, a volte fin troppo sbandierate. È un quadro che racconta storie antiche e aneddoti, esperienze profonde di intere popolazioni e pratiche quotidiane sopravvissute a volte solo in piccoli borghi.
Quest’opera racconta le storie e le trasformazioni operate dal tempo, dalle leggende e dalle credenze popolari su alcuni santi del calendario.
Sappiamo ad esempio che molti santi di cui oggi si festeggia il genetliaco hanno preso il posto e la connotazione di altrettante figure mitologiche di derivazione pagana. Vengono messe in evidenza le molte commistioni di miti e di riti, di celebrazioni pagane e di feste cristiane ricorrenti nel calendario liturgico.
Dopo un’ampia introduzione sul concetto di santo e di sacro si parla dei santi protettori, dei santi ausiliatori, dei santi del ghiaccio, dei santi “celtici” e in particolare dei cosiddetti santi tebei, il cui filo conduttore è per l’appunto la commistione fra pagano e cristiano e la loro collocazione al posto di antichi numina rustica.
Il grande anno è suddiviso in capitoli che ci conducono dalla nascita del sole nei riti dell’Avvento, passando per i santi cavalieri, le principesse sante, le lotte dei santi e i santi contadini, fino al culto della Grande Madre esplorando anche l’altra faccia della santità, la stregoneria.
Brunamaria Dal Lago Veneri non riesce affatto ad essere sistematica, ma se lo fosse, non sarebbe più lei. Diverrebbe una studiosa qualsiasi, arida e noiosa, mentre i saperi che evoca e propone sono arcaici e quindi non del tutto dominabili e gestibili entro i canali in cui ci costringe la cultura del computer e dell’“1 + 1 fa 2!.
Don Paolo Renner