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EVENTI E PRESENTAZIONI

18 gennaio, Trento

scuola degli spiazzi

sabato, 18 gennaio, ore 10.30

libreria due punti

Via San Martino 78

Trento

con Peppe Dell'Acqua e Mariagrazia Cogliati-Dezza
 

Questo libro si interroga su come sia possibile mettere insieme un’organizzazione sensibile a rilevare i bisogni, a creare reti. Le storie che racconta sembrano dire che i servizi cresciuti nella città e nelle periferie di Trieste, i Distretti e le Microaree, non sono lì a guardare dall’esterno, ma diventano parte della storia dei soggetti, entrano dentro la loro quotidianità fino a costituire pezzi di soggettività che emergono dai racconti.

I servizi a Trieste sono nati da una storia che viene da lontano. La storia della trasformazione dell’assistenza psichiatrica che ha ricollegato l’esistenza delle persone ai mondi quotidiani, lavorando
in profondità su quella che oggi chiamiamo la “capacitazione” dei soggetti. In seguito è stato possibile estendere queste pratiche alle altre branche della medicina organizzando servizi per accogliere persone con diabete, disturbi cardiovascolari, malattie tumorali e pneumologiche, gli anziani che rischiano la solitudine e l’emarginazione.

Si è venuto configurando una riflessione e una pratica che vede nel territorio una parte essenziale dell’oggetto del lavoro, dove “territorio” è inteso come habitat e sistema di relazioni che attorno alla malattia si giocano.
Il libro segnala esperienze significative che potrebbero diventare un modello trasferibile in specifiche aree del paese a particolare concentrazione di svantaggio sociale e sanitario. Collocazione strategica di risorse e operatori che rendono possibile, pur nella ruvidezza del quotidiano, incontrare le persone e non la malattia.
 

Giovanna Gallio, Maria Grazia Cogliati Dezza (a cura di)

La città che cura

Microaree e periferie della salute

2018, 224 pp., Euro 16,00, ISBN 978-88-7223-313-9

Il libro raccoglie piccoli saggi sul lavoro della “Microarea” e narrazioni di singolari protagonisti, operatori dei servizi e pazienti. Coinvolgendo cittadini e associazioni del quartiere si creano relazioni, si conoscono le persone e i loro bisogni, si cerca di stare insieme e condividere i problemi di ogni giorno. Ciò che si mette in pratica da dieci anni è una nuova visione del mondo, un’attitudine, un modo di essere, di curare, di fare salute. Le persone possono diventare protagoniste della loro stessa cura.

 

 

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