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EVENTI E PRESENTAZIONI

12 settembre, Mantova Festivaletteratura

Mantova Festivaletteratura

 

 

sabato, 12 settembre 2015, ore 14.30

Teatro Bibiena

Via Accademia 47
Mantova

 

SI PUÒ FARE DIVERSAMENTE

 

Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia “Un malato di mente entra nel manicomio come persona, per diventare una cosa”. Questa era l’opinione di Franco Basaglia quando, nel 1961, assunse la direzione dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia, trovando al suo interno un’umanità confinata e scissa tra mondi in contrasto, proprio come la città giuliana che già aveva vissuto ampi fenomeni di segregazione sociale, amplificati dalla politica di snazionalizzazione slovena posta in essere durante il Ventennio fascista. L’esperienza della struttura goriziana rappresenta il punto di partenza di un percorso che segnò profondamente la storia della psichiatria e che, a due anni dalla morte di Basaglia – nel 1978 – portò alla promulgazione in Parlamento della legge 180, che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio.

Massimo Cirri, conduttore radiofonico e psicologo ne parla con
John Foot, studioso di storia contemporanea italiana e autore de La “Repubblica dei matti
e
Franco Rotelli, psichiatra dell’équipe di Basaglia e curatore del libro


L’istituzione inventata
Almanacco Trieste 1971–2010

2005, pp. 328 illustrato a colori, € 29.00

ISBN 978-88-7223-234-7
 

 

Questo libro dispiega quel che un vasto gruppo di persone ha in parte fatto in parte tentato di fare, lavorando a Trieste dapprima con Franco Basaglia e poi per altri trent’anni dopo la sua morte.

Attorno alla questione dei manicomi e via via dei servizi che vennero allestiti per superarlo, cresce poi questa esperienza dentro il più generale sistema sanitario della città.
Tuttora viva e ampia la sua risonanza internazionale, si vuol qui fissarne una parte di memoria, convinti della sua attualità.
Nonostante volute e dovute pedanterie (su nomi ed episodi) e mai asettiche puntigliosità, piacerebbe immaginare che questa storia sia di qualche suggestione ai più giovani. Stimolo a intraprendere, voglia di creare collettivi di azione, capaci di dar senso a una vita, a tante vite attorno a quelle allusioni a “uguaglianza, libertà e fraternità” cui resta ancorato quanto qui ricordato.

Citato qui, Enzo Paci sottolineava (1968) con la matita rossa: “La contraddizione tra istituzioni chiuse e istituzioni aperte è forse la dialettica fondamentale della nostra epoca.”

 

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