Traduzione dal tedesco di Carla Festi
Il romanzo di Anna Rottensteiner, scritto in una lingua ricca di immagini plastiche e sensuali, è una raffinata, trascinante riflessione sulla condizione del “migrare”: da una sponda all’altra, da un paese all’altro, ci si allontana da se stessi per ritrovarsi nell’altro. Una straordinaria prova d’autore.
«Non puoi spostare le persone come se fossero piante. Non puoi lasciarle in giro, sugli scogli, sui binari, nei parchi, nei sottopassi, abbandonarle così, senza guardarle in faccia. Nemmeno quando si ha paura della propria paura. Io lo sto imparando adesso. E tu?»
Storie di distacchi, di fughe e migrazioni: le “vite lontane” di due protagoniste si intrecciano in diversi piani narrativi e temporali, mescolando passato e presente, infanzia e vita adulta, oscure paure e desideri inconfessabili, fantasie e realtà. L’io narrante rievoca luoghi abbandonati e remote vicende di guerra e conflitti familiari, di confini da valicare, di abbandono e miseria, di affetti travolti dalla Storia. È lo stesso destino di Meta, profuga etiope sfruttata nei campi della Calabria: l’addio alla propria terra, il lungo e faticoso viaggio alla volta dell’Europa, le indicibili privazioni e sofferenze. L’incontro finale tra le due svela sorprendenti affinità e legami, e una comune necessità di riscatto.
Anna Rottensteiner legge dal suo nuovo romanzo Le vite lontane
Questo libro è stato pubblicato con il contributo di